Omaggio a Fabrizio De André
Danilo Rea omaggia Fabrizio De André, uno dei capisaldi della canzone d’autore italiana. Con le sue canzoni dissacranti e piene di storie di anime nere, corrotte e perse, rivoluzionò la musica italiana. Da allora la forza è l’attualità delle sue straordinarie canzoni sono rimaste immutate, non solo per la poesia e la verità che trasudano dai suoi testi, ma anche per la straordinaria forza della sua musica.
Unanimemente considerato fra i migliori pianisti jazz della scena mondiale, Rea attraversa generi diversi lasciando sempre un segno personalissimo. La sua creatività lo spinge a mettersi in gioco in contesti sempre nuovi. Dal jazz al pop e ritorno: cosi potremmo descrivere il percorso musicale che Danilo Rea ha fatto fino ad oggi.
Il nome di Danilo Rea potete trovarlo tra i credits dei dischi di Mina (ascoltatevi, per rimanere in tema, la straordinaria versione della Canzone di Marinella cantata da Mina e De André con l’accompagnamento del piano di Danilo Rea), Claudio Baglioni e Fiorella Mannoia; ricercatissimo nel giro del pop e della musica leggera, come nei concerti con i mostri sacri del jazz mondiale, da Chet Baker a Micheal Brecker, Lee Konitz e Kenny Wheeler.
Nato a Vicenza quasi per caso, Danilo Rea è romano, ma non d’adozione. Danilo Rea è romano perché la sua storia in musica nasce a Roma, tra le pareti di casa sua, dove l’incanto per i vecchi vinili di Modugno è più forte, già da piccolissimo, di qualsiasi divertimento: il vero gioco è suonare il piano, il vero incanto è la musica, il vero sogno è la melodia, il vero abbandono è nell’armonia. E la passione diventa studio al Conservatorio di Santa Cecilia, dove si diploma in pianoforte con il massimo dei voti e dove insegna nella cattedra di jazz fino al 2017.
Festival Up-to-Penice