Con – Natalino Balasso, Andrea Collavino, Marta Cortellazzo Wiel
Costumi – Sonia Marianni
Scene – Roberto Di Fresco
Luci – Luca dè Martini di Valle Aperta
Foto – Luca Guadagnini
Natalino Balasso riscrive l’opera di uno dei più grandi drammaturghi del Cinquecento, Angelo Beolco, detto Ruzante, attore e commediografo padovano del Rinascimento. Un nuovo dialetto molto spassoso invade il palcoscenico. Balasso re-inventa un gergo, un lessico che diventa un neo-dialetto. I personaggi che agiscono sono l’amico rivale (Menato), la donna sottoposta eppure dominante (Gnua) e lo stesso Ruzante, uomo furbo e credulone insieme, un eroe comico dentro cui scorre qualcosa di primitivo che lo rende immortale.
Ruzante voleva dimostrare inoltre che era possibile, col teatro, sbeffeggiare il potere imperante, in questo spettacolo ci ritroviamo immersi in un affresco nel quale tragico e comico si mescolano. Irriverente e spassoso Natalino Balasso che sposa perfettamente lo stile e la vis polemica del drammaturgo veneto.