dall’omonimo romanzo di Georges Simenon
traduzione e adattamento Fabio Bussotti
regia Roberto Valerio
con Alvia Reale, Elia Schilton e Silvia Maino
produzione Compagnia Umberto Orsini
Da quattro anni i coniugi Émile e Marguerite non si parlano. La comunicazione tra loro è affidata a feroci bigliettini. La data di nascita del loro silenzio coincide con il giorno della morte dell’amato gatto di Émile. Convinto che sia stata Marguerite ad avvelenarlo, Émile, colto da un attacco d’ira, si avventa sul pappagallo di lei e gli strappa a sangue le variopinte penne. Anche il pappagallo muore e, una volta imbalsamato, finisce a fare la sentinella dell’odio coniugale. I separati in casa conducono una vita completamente indipendente con il timore paranoico di essere avvelenati dall’altro, tanto da tenere sottochiave le rispettive dispense. Ma le origini della loro guerra domestica sono da ricercare ben prima della morte del gatto. La vita dei due protagonisti scorre tra ricordi e sentimenti non condivisi. Il silenzio diviene la loro missione mentre il rancore li consuma giorno dopo giorno, in un’insopportabile solitudine. Il ritorno della parola potrebbe ricondurli a una vita normale. Ma devono sbrigarsi. Forse non c’è più tempo.