di Antonio Cornacchione
collaborazione drammaturgica Bruno Furnari
con Antonio Cornacchione, Pino Quartullo e Alessandra Faiella
con la partecipazione in video di Pier Luigi Bersani e Giovanni Storti
musiche Alessandro Carlà
scena Antonio Cornacchione e Giovanna Angeli
costumi Laura Liguori
luci Andrea Lisco
assistenti alla regia Marta Besozzi e Luca Corbani
regia Marco Rampoldi
foto Laila Pozzo
produzione CMC Nidodiragno/Rara produzione
Palmiro – Antonio Cornacchione –, tipografo sull’orlo del fallimento, di provata fede politica, vive in una casa popolare intestata ai genitori deceduti da anni, insieme alla sua unica dipendente: una donna ungherese –Alessandra Faiella –, di cui è segretamente innamorato, cui offre ospitalità al posto del TFR che le spetterebbe.
Nel momento in cui riceve lo sfratto perché l’appartamento viene assegnato ad una famiglia ROM, Palmiro, deluso dalle inconsistenti rassicurazioni ‘video-telefoniche’ del vecchio compagno di banco Limonati – Giovanni Storti – viene tentato da alcuni ’loschi figuri’ – un emissario del racket e un aggressivo neofascista – Pino Quartullo –, che lo spingono a rinnegare i proprio ideali per poter conservare l’appartamento. Interviene dunque il fantasma del padre – Pier Luigi Bersani -, che lo sprona a non venire meno ai propri principi.
Palmiro si trova dunque al centro di una disputa politica tra centri sociali, che lo vorrebbero cacciare, e neofascisti, che lo difendono strumentalmente in cambio di una adesione ideologica, mettendo a dura prova le sue certezze. E come mai fra tutte le persone che si contendono la ‘pedina’ c’è una strana somiglianza?
Antonio Cornacchione scrive una farsa divertente ma ruvida, politicamente scorretta, con alcuni echi del periodo più ‘comicamente impegnato’ del teatro di Dario Fo, affiancato in scena, sotto la guida di Marco Rampoldi, da un istrionico Pino Quartullo e un’esilarante Alessandra Faiella.